Senza le donne nulla si cambia. Proprio per questo motivo la Regione Lazio, poco più di un anno fa, di fronte al rischio di chiusura di uno storico presidio per la libertà femminile come la Casa Internazionale delle Donne, è intervenuta per salvare questa bellissima e unica esperienza e riconoscendo il ruolo che questi luoghi ricoprono per la nostra società.
Questa mattina durante l’incontro ‘I luoghi delle donne sono un valore per le città’ si è presentato un modello sperimentale per rendere concreto e tangibile questo valore, riconoscendo l’importanza del ruolo che associazioni e cittadini attivi hanno quando si prendono cura dei beni comuni. Perché non ci si può nascondere dietro a una fredda e rigida burocrazia: chi utilizza il bene pubblico generando servizi per la comunità non può esser considerato un semplice locatario.
Nel nome della riduzione della spesa si sono anche commessi errori enormi: in mezzo al taglio di tanti sprechi c’è stato anche un taglio alla spesa sociale. Oggi è il momento di riconoscere la ricchezza di quanto i cittadini attivi danno alla città con le loro iniziative, i loro progetti e le loro attività: non si possono trattare come semplici inquilini che pagano un canone di locazione.
Un impegno che la Regione porta avanti anche con la legge sui beni comuni.
Ed è anche per questo che domani alle 16 in Campidoglio saremo a fianco dei luoghi delle donne come la Casa Internazionale e LuchaYSiesta, che sono presidi per la città che stanno subendo un’aggressione violenta, insensata, sciatta, che colpisce la stessa identità della città.